
Iniziamo subito con il dire che il contro telaio non in tutta Italia ha lo stesso nome.
In alcune zone si chiama falso telaio, in altre contro cassa, in altre cassa matta, in altre contro telaio, e sono più che convinto che esisteranno altre definizioni di cui non sono a conoscenza.
Dal 2 marzo 2017, con la pubblicazione della norma UNI 11673-1 relativa alla posa in opera dei serramenti, per definizione viene stabilito che il nome tecnico da utilizzare a livello nazionale sarà “contro telaio” e pertanto questo sarà il nome univoco che daremo a questo elemento.
Di conseguenza ogni serramentista con cui parlerai dovrà, utilizzare questo termine in modo da evitare fraintendimenti.
Non so se lo sai ma il contro telaio è un’invenzione tutta italiana.
Il suo ingresso nelle costruzioni edili risale intorno agli anni ’80.
La sua funzione è sostanzialmente quella di fungere da “guida” al muratore che lavora alla costruzione della casa, in modo da aiutarlo a rifinire perfettamente i muri perimetrali che fanno da contorno alle finestre.
In assenza di un contro telaio la costruzione del vano finestra sarebbe molto più lenta, costosa e difficoltosa.
Prima degli anni ’80 le finestre venivano murate direttamente a cura dell’impresa edile.
In genere il falegname le consegnava in cantiere grezze, il pittore gli dava una mano di colore e una prima mano di fondo aggrappante, dopodiché il muratore le installava fissandole al muro con un paio di zanche in ferro.
Successivamente il pittore dava l’ultima mano di vernice e le finestre erano pronte.
Non so dirti il perché ci si è poi trovati ad avere la necessità di un contro telaio.
Ma quel che è la mia ipotesi è che la sua nascita sia stata pensata per velocizzare le operazioni di costruzione delle case, dietro le quali i falegnami non riuscivano a stare in quanto a tempistiche.
Le prime versioni del contro telaio erano costruite con due tavole in legno massello di abete unite a formare una sorta di angolo.
Allo stesso modo ne esisteva un’altra versione che era una semplice tavola, sempre in abete che però non era unita ad angolo e in pratica contornava semplicemente il perimetro del vano finestra.
Con l’avvento dei serramenti in materiali, specie in alluminio, trattandosi di costruttori che lavoravano il metallo, il contro telaio era realizzato in lamiera, era sempre ad angolo e di dimensioni più contenute per poter accogliere una sezione di telaio in alluminio, più ridotta.
Il boom edilizio degli anni ’80-’90 ha portato alla produzione in serie di contro telai in metallo, sostanzialmente in lamiera zincata, che, come il loro primo antenato in legno, erano a volte ad angolo e a volte piani.
In ultimo per evitare di dover installare dei profili di copertura all’esterno delle nuove finestre, alcuni hanno cominciato ad utilizzare un contro telaio fatto da un aletta esterna in alluminio e una tavoletta interna ad angolo in legno.
Le moderne versioni del contro telaio per prima cosa si differenziano per i materiali utilizzati.
La forma infatti, rimane ancora sostanzialmente in due versioni e cioè ad angolo oppure piana.
Mentre il vecchio contro telaio totalmente in legno massello è stato sostituito da tavole in multi strato ad incollaggio fenolico, cioè resistente all’acqua e all’umidità.
Oltre al multi strato un altro materiale utilizzato è l’osb, un pannello fatto con scarti di legno pressato.
Un ulteriore versione del contro telaio è quello in materiale misto che può essere in pvc per l’angolo esterno e la solita tavoletta in legno interna.
Una versione ultra evoluta del contro telaio è rappresentata dei monoblocchi isolati, sistemi costruiti in una sorta di “polistirolo” che però è molto più compatto, resistente e performante.
Per assicurare la tenuta del serramento al suo interno, a questo materiale viene applicato la solita lamella in legno multistrato o osb.
Alla vista si presenta come un inserto che entra nel foro del muro e lo riveste su 4 lati.
Il lato esterno viene raccordato con la facciata della casa in caso di posizionamento del cappotto isolante, mentre il lato interno viene raccordato con l’intonaco delle pareti.
Il pregio di questo materiale è il fatto che con un solo elemento si gestisce totalmente il foro finestra dal punto di vista termico.
Il difetto, se così vogliamo chiamarlo, è che questo elemento possiamo utilizzarlo solo in caso di nuova costruzione o di ristrutturazione importante e di conseguenza molto invasiva.
Anche se sostanzialmente il contro telaio è rimasto come forma sempre lo stesso mentre si sono evoluti e migliorati i materiali che lo costituiscono, un altro particolare importantissimo è stato aggiunto al contro telaio moderno.
Si tratta del quarto lato, quello per intenderci inferiore, che serve a separare il davanzale esterno per le finestre e la soglia a pavimento per le porte finestre, rispettivamente dal muro, o dal davanzale interno sulle finestre e dal pavimento interno sulle porta finestre.
Alle origini infatti il quarto lato non è mai esistito e sia soglia che davanzale congiungevano interno ed esterno della casa, favorendo maggiormente la trasmissione del freddo esterno a causa della maggior trasmittanza termica dei materiali utilizzati per costruire questo elemento, e cioè pietra o marmo.
Oggi costruire un contro telaio senza prevedere il quarto lato non è ammissibile, e chi lo fa non ha assolutamente chiaro i principi della trasmissione dei ponti termici.
Per questo tieni presente che un serramentista che costruisce e vende un contro telaio senza quarto lato è assolutamente da evitare.
Utilizzare o meno un contro telaio in fase di ristrutturazione o costruzione, non è però completamente sinonimo di qualità.
Un conto è infatti prevedere il contro telaio e un conto e fare in modo che questo assolva anche le funzioni di isolamento corrette.
Come già detto lo scopo del contro telaio è quello di fare da dima per consentire al muratore di riquadrare correttamente il foro finestra.
In aggiunta a questo consente al serramentista di installare le finestre quando la maggior parte dei lavori edili è finita e quindi senza correre il rischio di esporre le finestre al pericolo di danni accidentali.
Il problema di tutto questo è però che se il contro telaio viene semplicemente ancorato alla muratura senza preoccuparsi di creare una continuità isolante tra gli elementi, le sue utili funzioni che ho scritto sopra, vanificheranno le performance dell’infisso scelto.
Devi sapere infatti che le finestre negli ultimi 15 anni hanno quasi raddoppiato le loro performance isolanti.
Allo stesso modo i contro telai negli ultimi 10 anni sono diventati anch’essi elementi molto isolanti.
Non ostante questi miglioramenti in pochi si sono preoccupati di curare il corretto collegamento di questi elementi alla muratura.
Succede così che il serramentista fornisca al cantiere dei nuovi, fiammanti e performanti contro telai, che l’impresa edile murerà semplicemente con 4 zanche in ferro, esattamente come si faceva negli anni ’80, riempiendo la fessura tra muro e contro telaio con della semplice malta.
La norma 11818 prevede che sia l’impresa edile ad occuparsi della posa del contro telaio, ma nessuno vieta che possa essere il serramentista a gestire in prima persona questa lavorazione, in modo da assicurare oltre al corretto collegamento infisso contro telaio, anche di quello tra contro telaio e muratura.
Come detto all’inizio dell’articolo, il contro telaio è un’invenzione tutta italiana volta a semplificare il lavoro dell’impresa edile e del serramentista. Per l’impresa edile il vantaggio è quello di avere un dima da seguire al fine di velocizzare il lavoro di riquadratura del foro finestra.
Per il serramentista il vantaggio è quello di posizionare gli infissi una volta che i lavori saranno quasi ultimati in modo da preservarli da danni accidentali. Inoltre un ulteriore vantaggio dato dall’utilizzo del contro telaio è il fatto che in caso di sostituzione degli infissi, che in media avviene dopo circa 40 anni, questa lavorazione agevolerà di molto il lavoro.
In altri paese come ad esempio la Svizzera, o la Germania ma anche ad esempio in Austria, il contro telaio non viene mai utilizzato e le finestre vengono installate fissandole direttamente alla muratura. Anche in Italia, come già detto, fino agli anni ’80 il contro telaio non esisteva. Questo ti fa capire che quindi non usare il contro telaio è possibile ed il suo utilizzo non è obbligatorio.
Tuttavia avendo a disposizione questa opportunità sarebbe bene che il serramentista valutasse attentamente il progetto di riqualificazione del foro finestra in modo da stabilire quale sia il tipo di intervento più corretto. Banalmente parlando e utilizzando la logica, posso dirti che in fase di nuova costruzione il contro telaio è un elemento obbligatorio ed è inutile non prenderlo in considerazione.
Mentre in fase di sola sostituzione delle finestre, riqualificare il foro finestra installando un contro telaio non è necessario. Diverso il discorso in caso di ristrutturazione, dove sarà fondamentale la riqualificazione del foro finestra precisa per allinearlo alle prestazione dei nuovi infissi.
In questo caso, progettista e serramentista dovranno collaborare al fine di trovare la soluzione migliore. In chiave logica anche in questo caso, così come in fase di nuova costruzione, posizionare un contro telaio sarebbe la soluzione migliore.
Ma esistono casistiche in cui un contro telaio sarebbe meglio non ci fosse. Una su tutte le dimensioni del vano di alloggiamento della finestra. Capita spesso infatti di dover sostituire finestre costruite negli anni ’70, quindi ancora del tipo murato, il cui telaio ha una dimensione di circa 5,5 centimetri.
Togliendo questo telaio lo spazio per installare il nuovo infisso, considerando anche lo spazio necessario per inserirci l’isolamento, si ridurrà ulteriormente. Le nuove finestre hanno di norma telai che misurano dai 7 agli 8 centimetri e questo già li fa sporgere di qualche centimetro oltre quella che tecnicamente viene chiamata luce architettonica.
Dovendo in questo caso, posizionare un eventuale contro telaio si andrebbe a stringere ulteriormente il vano necessario al posizionamento del nuovo serramento di minimo 3,5 centimetri per parte. Questa misura deriva dallo spessore del contro telaio, normalmente 2 centimetri, più lo spazio necessario per isolare il contro telaio dal muro ed il serramento dal contro telaio che complessivamente sarà variabile tra gli 1,5 e i 2 centimetri.
Un intervento di questo tipo, a parte la vista estetica che potrebbe non piacere, si porta dietro un problema maggiore che è quello di garantire il corretto apporto aero illuminante. Le dimensioni delle luci architettoniche, che di norma vengono calcolate in fase di costruzione, verrebbero alterate in funzione del restringimento dovuto al posizionamento del nuovi elementi.
Per questo motivo, anche in fase di ristrutturazione si potrebbe intervenire senza prendere in considerazione la posa di un contro telaio, a meno che non si decida di demolire parte del muro interno al fine di creare più spazio per alloggiare il nuovo contro telaio ed il relativo serramento.
Per dovere didattico ti dirò anche che, nelle costruzioni più vecchie, quelle per intenderci nei nuclei storici, costruite prima degli anni ’60, i rapporti aero illuminanti non esistevano. In questi luoghi quindi il rapporto di luce che entra nei locali non è conforme alla Legge e anche per questo motivo evitare di ridurlo ulteriormente è fondamentale.
Ti porto l’esempio di quello che facciamo noi di Sana Finestra.
Proprio perché mi sono accorto di una grave mancanza nel settore ho deciso di fondare Sana Finestra e, in particolare, di sviluppare il Metodo Sana Finestra, un sistema UNICO, ESCLUSIVO e finalizzato a creare BENESSERE ABITATIVO nella tua casa, specie se abitata, attraverso l’installazione di nuove finestre.
Il nome Sana Finestra sta ad indicare una particolare attenzione al fare in modo che la casa sia sempre SANA e CONFORTEVOLE senza correre il rischio di insorgenza di problemi di varia natura come muffa, condensa e infiltrazioni che tipicamente capitano quando si sostituiscono le finestre.
Prevenire queste problematiche è il nostro obiettivo principale che siamo in grado di far ottenere grazie ad una serie di procedure di studio e di progettazioni particolari e personalizzate che generalmente nessuno, tra i miei concorrenti, si preoccupa di studiare o di mettere in atto.
Il Metodo Sana Finestra, prima di farti un’offerta, necessita di una serie di VALUTAZIONI SPECIFICHE, di assumere una serie di dati e di fare una analisi approfondita della condizione esistente della tua casa che ci possa consentire di configurare l’intervento di fornitura e che, in funzione di uno schema ben definito, sarà in grado di proporti un prodotto idoneo al bisogno che devi soddisfare.
Nessun preventivo standard ma un vero e proprio REPORT DI CONSULENZA per metterti al riparo da ogni possibile problema.
E ciò che è ancora più interessante è che il Metodo Sana Finestra potrà esserti utile anche senza che sia necessario per te acquistare da noi.
Tutto quello che troverai scritto, potrà servirti come traccia, come un vero e proprio manuale delle istruzioni semplice preciso e completo che ti aiuterà a valutare tutte le offerte che riceverai e tutti i potenziali fornitori che incontrerai per scegliere quello che più ti si addice e per controllarne l’operato!
Ciao e a presto.
Gianluca Ortelli
Il 14 aprile 2023 è uscito il mio libro "SANA FINESTRA" dove racconto la mia storia e quella della nascita del "Metodo Sana Finestra”. Nel libro scoprirai quali sono i passi fondamentali per ottenere le migliori finestre per te e per la tua casa aumentando in modo significativo il tuo benessere abitativo.