
Il problema degli spifferi generalmente è piuttosto comune nei vecchi infissi ma non dovrebbe essere per niente presente in caso di recente sostituzione delle finestre.
Purtroppo capita spesso che, nonostante il cospicuo investimento fatto per sostituire le vecchie finestre con nuove di ultima generazione, ci siano sempre problemi di spifferi.
Scopri le differenze tra vecchio e nuovo infisso, e quale può essere il problema nel caso tu abbia ancora spifferi dopo la sostituzione.
Gli spifferi sono in assoluto il difetto più fastidioso che una finestra possa avere.
Molto più del problema dell’isolamento termico attraverso la trasmissione del calore.
La trasmissione del calore, per intenderci è la quantità di calore che dall’interno della tua casa passa attraverso, vetri e infissi disperdendosi all’esterno.
E’ misurata in watt per metro quadrato di superficie disperdente ed è una di quelle condizioni delle quali però non ti accorgi immediatamente.
Normalmente ne prendi coscienza quando ti arriva a casa la bolletta del gas, mentre per il resto del tempo non ci badi più di tanto.
Al contrario, come dicevo, gli spifferi sono una condizione molto più evidente e fastidiosa specie se vivi in una zona piuttosto ventosa.
Infatti il vento che soffia contro le tue finestre fa entrare nella tua casa un fastidioso ed invisibile cono gelido.
Il massimo del fastidio lo provi se hai il divano posizionato in corrispondenza di una finestra.
Ogni volta che ti siedi comodamente a guardare la TV in salotto senti un getto d’aria che ti arriva direttamente sul collo.
Un’altra condizione sfavorevole puoi ritrovarla sulle porte finestre al livello del pavimento.
In questo caso passando davanti ad una porta finestra sentirai l’aria gelida sulle caviglie.
Questo perché a livello del pavimento non esiste nessuna barriera.
Se hai finestre costruite prima degli anni ’80 queste saranno prive di guarnizione tra il telaio fisso e le ante mobili.
Anche se si usava lasciare uno spazio di pochi millimetri tra questi elementi in modo da frenare l’aria questo accorgimento era insufficiente.
Se invece le tua finestre sono state costruite dopo il 1980 avranno almeno una guarnizione che però era in materiale plastico e per questo troppo rigida.
Una delle caratteristiche basilari di una guarnizione è l’elasticità che gli consente di comprimersi in chiusura ed espandersi in apertura, cosa che un materiale troppo rigido non può garantire.
Quindi ricapitolando con finestre costruite prima degli anni ’80 nessuna guarnizione, mentre con finestre costruite dopo gli anni ’80 almeno una guarnizione ma poco efficace.
Un tempo la soluzione che quasi tutti adottavano era quella di mettere un provvidenziale quanto miracoloso salsicciotto di stoffa sotto le finestre.
Ovviamente questo salsicciotto non impediva l’ingresso dell’aria fredda ma, per via della sua forma, la deviava verso il basso e verso l’alto cambiandogli l’angolo di espansione.
Il vero problema però è quando capita di vedere persone che hanno da poco sostituito gli infissi, e sono costrette ad utilizzare ancora il salsicciotto di stoffa.
Il salsicciotto ovviamente impedisce allo spiffero di arrivarti direttamente addosso, ma di certo non lo fa scomparire del tutto.
A partire sempre dagli anni ’80, e purtroppo anche attualmente, esistono pseudo professionisti che propongono di installare guarnizioni sui vecchi serramenti che sono chiamate “guarnizioni a palloncino” e che si applicano fresando le ante delle finestre.
Generalmente vengono abbinate all’installazione di un doppio vetro che illude il cliente che questa soluzione gli risolva il problema di spifferi e dispersione termica.
Questo tipo di intervento dava subito la sensazione di miglioramento perché un minimo di spiffero lo toglieva, ma alla lunga creava problemi più importanti perché tra telaio fisso e anta mobile infatti, essendoci poco spazio, la guarnizione creava uno spessore che generava un attrito in chiusura.
Questo attrito faceva un effetto leva sulle cerniere contribuendo ad indebolirle fino ad arrivare, in certi casi, a scardinare le ante dal telaio. Contestualmente il vetro doppio applicava all’anta un peso insopportabile per le cerniere che non erano state progettate per quella sollecitazione.
Un altro rimedio spesso usato è quello di applicare delle guarnizioni in gommapiuma adesive sul perimetro del telaio.
Anche in questo caso, il risultato immediato che attenuava lo spiffero, durava poco per via del fatto che la gomma piuma in breve tempo si deteriorava sbriciolandosi.
E come per le guarnizioni a palloncino, anche in questo caso la funzionalità delle cerniere veniva compromessa dal maggior spessore creato dalla guarnizione.
Semplificando possiamo dire con certezza che, per risolvere il problema, se ne creava un altro.
Quindi che fare?
Provare a risolvere il problema agendo sulle vecchie finestre o continuare a vedere le tende che si muovono ad ogni soffio di vento?
Oppure pensare di intervenire sostituendo le vecchie finestre con un sistema nuovo, performante ed ermetico.
Nuove finestre, prodotte da aziende all’avanguardia, indipendentemente dal materiale in cui sono costruite, hanno da un minimo di 2 e un massimo di 4 guarnizioni.
Queste guarnizioni sono in una speciale gomma ultra elastica, senza effetto memoria, il che vuol dire che rimane sempre morbida e fa in modo che non passi aria a finestre chiuse.
Sai quale é la differenze più sostanziale tra finestre vecchie e finestre nuove in termini di tenuta all’aria?
Una vecchia finestra, attraverso gli spifferi è in grado di ricambiare completamente l’aria all’interno di un appartamento per ben 3 volte in un giorno.
Mentre una nuova finestra, grazie al lavoro delle guarnizioni, ricambia completamente l’aria all’interno di un appartamento 1 volta ogni 3 giorni.
Nuovi infissi infatti, testati obbligatoriamente per via della marcatura CE, raggiungono, a seconda della loro qualità costruttiva, diverse classificazioni di tenuta all’aria e ai colpi di vento.
In merito alla tenuta all’aria le classi vanno dalla 1 che è la classe minima, alla 4 che è quella massima.
Per darti un’idea un infisso in classe 4 ha superato un test di resistenza ad una pressione dell’aria che arrivava fino a 112 km/h.
Mentre in merito alla tenuta ai colpi di vento si parla di classe minima C1 e di classe massima a C4.
Indipendentemente dal fatto che io venda infissi o meno appare evidente anche al più negato che sostituire gli infissi porta ad avere tutta una serie di vantaggi.
Oltretutto senza correre il rischio di fare un lavoro, che sarà economicamente conveniente solo in minima parte per via delle problematiche di cui ti ho parlato qualche paragrafo più sopra.
A causa degli spifferi, tra vecchi e nuovi infissi vi è un enorme differenza che è la perdita di calore per ventilazione.
Per questo nei periodi più freddi, il tuo sistema di riscaldamento continuerà a lavorare senza sosta, e a bruciare combustibile.
Questo tipo di difetto ti mangerà denaro che si sommerà a quello che già buttavi a seguito delle perdite di calore per trasmissione.
E’ possibile dare un valore monetario a questa dispersione tecnicamente detta “per ventilazione”, utilizzando una specifica formula di calcolo.
Non sto a spiegartela, dando per assodato che tu sappia che esiste un metodo scientifico di misurazione, e che non mi sono inventato niente solo per impressionarti.
La formula utilizzata tiene conto per prima cosa dei gradi giorno del comune in cui si trova l’appartamento.
A questi dati viene aggiunto il valore di tenuta all’aria delle nuove finestre testato in laboratorio, comparato con quello delle vecchie finestre che in genere è in classe 0 o 1.
Il risultato del calcolo è espresso in Kilowatt ore per anno, e viene poi moltiplicato per il costo del combustibile utilizzato in modo da quantificare il risparmio.
E’ strano a dirsi, ma è assolutamente possibile che anche dopo la sostituzione degli infissi si verifichino problemi di spifferi.
E’ capitato più volte, e capiterà ancora e spesso la causa non sono certo le nuove finestre ma più che altro la loro installazione.
Ma andiamo per gradi, come detto le nuove finestre sono costruite per raggiungere i valori migliori previsti dalla marcatura CE.
Per questo motivo ci sarà stata una “finestra campione”, che sarà stata testata in laboratorio, con il fine di misurarne i valori in funzione di varie categorie.
Le categorie più importanti sono la tenuta all’aria e all’acqua, la resistenza ai colpi di vento, la trasmittanza termica, e la resistenza agli urti da corpo molle.
Questi valori non devono necessariamente essere al livello massimo ma possono essere anche al primo livello, ma l’importante è che siano dichiarati in modo che il cliente li possa conoscere.
E’ quindi possibile che ad una bassa classificazione corrisponda una performance inferiore dell’infisso.
E questo anche se per te esteticamente l’infisso A sembra identico all’infisso B, con la differenza che magari l’infisso A con vento forte è ermetico, mentre l’infisso B, con vento forte, spiffera come uno scolapasta.
Prendiamo in esame la tenuta all’acqua di una porta finestra che a pavimento ha una soglia alta solo 2 centimetri, e per questo non va mail oltre la “classe 2”.
Lo stesso modello di infisso senza la soglia bassa a pavimento ma con la semplice traversa perimetrale del telaio fisso, può arrivare ad una tenuta all’acqua in “classe E1050”.
La tenuta all’acqua è espressa in numeri che vanno da 1 a 9, oltre a questi numeri viene aggiunta una E oltre al valore misurato.
Anche se tu non sei un tecnico in grado di capire questi numeri, ciò che ti serve sapere è che un numero più basso indica performance scarsa, mentre un numero più alto indica una performance ottimale.
Nel caso della nostra porta finestra una classe 2 è scarsa al punto che, con pioggia e vento forte, il rischio di avere infiltrazioni di acqua in casa è piuttosto alto.
Chiaramente ogni finestra prodotta non viene testata singolarmente.
I dati di marcatura CE riguardano una finestra campione testata in un laboratorio autorizzato a fare queste prove.
Una volta testato il modello di finestra, il produttore dovrà assicurare che gli standard produttivi impiegati per costruirla siano rispettati anche per le successive produzioni.
Per fare questo deve dotarsi di un sistema di controllo della produzione che tenga traccia del processo produttivo e dica che l’infisso è stato prodotto secondo gli standard testati.
E’ possibile che una finestra nuova in classe 1 trattenga meno l’aria rispetto ad una in classe 4 ma difficilmente potrà capitare che spifferi costantemente anche in condizioni normali.
Questa tenuta all’aria infatti si riferisce a forti sollecitazioni e a condizioni di tempo sfavorevoli.
La classe 4 ad esempio si raggiunge con una pressione del vento applicata alla finestra testata che arriva a 112 km/h.
Ma senza condizioni sfavorevoli è impossibile che da un nuovo infisso passi aria tra anta e telaio.
Esiste una condizione che spero vivamente non faccia al caso tuo, e cioè il fatto che le nuove finestre siano state prodotte da chi di infissi non ne produce mai e che di conseguenza non ha nessun tipo di certificazione di prodotto.
In questo caso l’errore è solo tuo che ti sei affidato a chi non è professionalmente adatto a eseguire un lavoro così specifico.
In caso contrario, e cioè se conosci perfettamente la provenienza delle tue nuove finestre, e hai i relativi documenti che attestano il livello prestazionale, la causa di eventuali spifferi può essere solo una.
E qui hai altre variabili che possono essere le seguenti:
1 – La finestra è stata posata male, con evidenti problemi di livellamento dei piani e delle superfici, che impediscono al telaio fisso e all’anta mobile di aderire perfettamente lasciando una fessura che genera lo spiffero.
2 – La finestra è stata posata in appoggio alla vecchia finestra e lo spiffero entra tra il telaio del vecchio infisso e il muro.
3 – La finestra è stata posata in appoggio alla vecchia finestra con un telaio a Z, e lo spiffero entra nella giuntura tra il vecchio e il nuovo telaio.
4 – La finestra è stata posata con materiali di posa scarsi che di conseguenza, in poco tempo, si sono deteriorati lasciando fessure attraverso cui passa lo spiffero.
Nel primo caso si tratta di un errore tecnico dell’installatore al quale si può porre rimedio smontando e rimontando la finestra a meno che non si sia però imbarcata così tanto da non poter più essere recuperata.
In tutti gli altri 3 casi invece, si possono mettere in atto tutta una serie di possibili soluzioni che però saranno solo ed esclusivamente palliativi che potrebbero essere di dubbia efficacia.
L’errore di fondo è chiaramente stato commesso a monte prima ancora di ricevere il preventivo fatto da chi ti ha sostituito le finestre.
E si tratta senza ombra di dubbio di un errore di progettazione. Ogni cliente ha esigenze diverse, così come ogni casa ha esigenze e caratteristiche diverse.
Per questo motivo ad ogni cliente corrisponde un tipo di finestra specifico che va bene per lui e può non andare bene per un altro. Allo stesso modo l’infisso proposto deve poter essere adatto anche al tipo di abitazione, oppure deve essere modulato in modo che si adatti a quella specifica situazione.
Non esiste una finestra standard che va bene per tutti e allo stesso modo non esiste un tipo di installazione che va bene per tutti!
Purtroppo il 95% dei venditori di infissi punta tutto solo sul prodotto tralasciano importanti altri elementi e anche per questo ho deciso di creare Sana Finestra mettendo a punto il Metodo Sana Finestra.
Ti porto l’esempio di quello che facciamo noi di Sana Finestra.
Proprio perché mi sono accorto di una grave mancanza nel settore ho deciso di fondare Sana Finestra e, in particolare, di sviluppare il Metodo Sana Finestra, un sistema UNICO, ESCLUSIVO e finalizzato a creare BENESSERE ABITATIVO nella tua casa, specie se abitata, attraverso l’installazione di nuove finestre.
Il nome Sana Finestra sta ad indicare una particolare attenzione al fare in modo che la casa sia sempre SANA e CONFORTEVOLE senza correre il rischio di insorgenza di problemi di varia natura come muffa, condensa e infiltrazioni che tipicamente capitano quando si sostituiscono le finestre.
Prevenire queste problematiche è il nostro obiettivo principale che siamo in grado di far ottenere grazie ad una serie di procedure di studio e di progettazioni particolari e personalizzate che generalmente nessuno, tra i miei concorrenti, si preoccupa di studiare o di mettere in atto.
Il Metodo Sana Finestra, prima di farti un’offerta, necessita di una serie di VALUTAZIONI SPECIFICHE, di assumere una serie di dati e di fare una analisi approfondita della condizione esistente della tua casa che ci possa consentire di configurare l’intervento di fornitura e che, in funzione di uno schema ben definito, sarà in grado di proporti un prodotto idoneo al bisogno che devi soddisfare.
Nessun preventivo standard ma un vero e proprio REPORT DI CONSULENZA per metterti al riparo da ogni possibile problema.
E ciò che è ancora più interessante è che il Metodo Sana Finestra potrà esserti utile anche senza che sia necessario per te acquistare da noi.
Tutto quello che troverai scritto, potrà servirti come traccia, come un vero e proprio manuale delle istruzioni semplice preciso e completo che ti aiuterà a valutare tutte le offerte che riceverai e tutti i potenziali fornitori che incontrerai per scegliere quello che più ti si addice e per controllarne l’operato!
Ciao e a presto!
Gianluca Ortelli
Il 14 aprile 2023 è uscito il mio libro "SANA FINESTRA" dove racconto la mia storia e quella della nascita del "Metodo Sana Finestra”. Nel libro scoprirai quali sono i passi fondamentali per ottenere le migliori finestre per te e per la tua casa aumentando in modo significativo il tuo benessere abitativo.