
Quante volte hai sentito questa frase: “l’imbarazzo della scelta”, quella cosa che capita sempre quando hai a disposizione troppi articoli tra cui scegliere e non riesci a capire quale può essere quello più adatto.
E questa situazione si verifica a maggior ragione quando in gioco ci sono diverse centinaia, se non migliaia di euro, come capita ovviamente nel caso di sostituzione delle finestre.
Un’altro esempio abbastanza calzante è quando decidi di acquistare un nuovo televisore, o una nuova lavatrice, o un nuovo frigorifero.
Ti rechi in un grande magazzino per acquistare un televisore e ne trovi a decine:
Più grande, più piccolo, tradizionale, al led, al plasma, con lo schermo piatto, con quello curvo, in classe A+++, o in classe A++, o in classe A.
Cerchi invece una lavatrice e trovi quella da 7 kg, poi c’è quella da 9 kg, poi ci sono i decibel di rumorosità, i giri al minuto diversi per ogni modello, anche qui il consumo va dalla classe A+++, o in classe A++, o in classe A.
Stessa cosa più o meno, se andiamo a vedere il frigorifero, capienza, numero di scomparti, più spazio al congelamento, più spazio alla conservazione tradizionale, no frost, classe A+++, o classe A++, o classe A.
E ovviamente prezzi totalmente diversi!
Azzardando un’ipotesi potrei dire che tutti più o meno si fanno un giro e poi chiedono la consulenza di un commesso che in genere si limita solo a illustrare le caratteristiche basilari del prodotto, con una particolare attenzione al fattore consumi di energia.
In definitiva si cerca dal commesso un consiglio che però è ovviamente soggettivo e magari non tiene conto di alcuni particolari che solo tu puoi sapere e che potrebbero essere determinanti per stabilire se quel televisore, quella lavatrice, quel frigorifero fa al caso tuo.
Prendiamo ad esempio solo la lavatrice e facciamo questa valutazione:
se hai una famiglia numerosa, magari con bambini piccoli e con conseguenti lavaggi frequenti, una lavatrice da 9 kg potrebbe essere per te la soluzione migliore, così come una rumorosità bassa, tenendo conto di un numero elevato di cicli di lavaggio non sarebbe certo da scartare perché una rumorosità contenuta renderebbe la casa più vivibile.
Un concetto simile a quello che ti ho appena esposto, è fondamentale anche nella ricerca di nuove finestre, dove in più, la consulenza del “commesso” deve essere ancora più incisiva e precisa, perché mentre la lavatrice la vedi lì esposta e potresti portarla via anche subito, la finestra deve essere costruita e i suoi componenti possono variare a seconda dei risultati che tu vuoi ottenere.
Innanzitutto devi partire da una consulenza, NON ESISTE, una finestra standard e chi le standardizza, come ad esempio i grandi magazzini, in certi casi, ti fa correre il rischio di installare in casa tua un prodotto che ti rovinerà la vita per almeno 20 anni.
L’infisso è un telaio, che può essere in diversi materiali, e che ha al suo interno un vetro.
Caratteristiche del telaio, materiale del telaio, tipo di vetro, prestazioni del vetro, tipologia di apertura, sistema di installazione, prestazioni generali dell’infisso, sono elementi a se, che devono essere modulati in modo da creare un prodotto a misura delle tue necessità.
Ciò che deve essere di tuo interesse è che il prodotto che ti propongono sia utile a te e alla tua casa e modulato nel modo migliore possibile e di questo ti parlerò poi più avanti.
Ma il primo grosso ostacolo che devi affrontare è quello di capire se l’infisso che ti hanno proposto è buono oppure scarso perché, come puoi immaginare, nessuno ti dirà mai che le finestre che vende sono finestre schifose e questo anche se lo sono davvero.
Hai mai sentito un ristoratore che ti dice che al suo ristorante si mangia male?
Lo stesso vale per gli infissi perché ogni venditore ti parlerà delle sue finestre come le migliori, le più affidabili, le più isolanti, le più durature.
Tuttavia c’è un primo metodo super partes che può aiutarti a verificare se il prodotto proposto è buono oppure no.
La prima valutazione che devi fare è quella di capire chi produce fisicamente le finestre.
La prima distinzione la facciamo in base ai materiali, perché in funzione del materiale che ogni singola azienda tratta, esistono diverse tipologie di lavorazione.
Nel caso del pvc ad esempio, esistono grandi aziende che producono personalmente i profili che poi utilizzeranno per costruire il prodotto finestra finito, poi esistono altre medie e grandi aziende e piccoli assemblatori per lo più artigiani, che assemblano i profili prodotti da grandi aziende europee specializzate solo nell’estrudere barre di pvc.
Le grandi aziende si producono autonomamente anche i vetri, mentre i piccoli assemblatori si affidano a vetrerie esterne.
Nel caso dell’alluminio invece, esistono aziende medio grandi e piccoli assemblatori anche in questo caso per lo più artigiani, che assemblano profili prodotti da altre grandi aziende che si occupano solo dell’estrusione delle barre in alluminio necessarie a creare le finestre.
Per queste invece la produzione del vetro è affidata a vetrerie esterne.
Nel caso del legno in ultimo, esistono anche in questo caso medie e grandi aziende e piccole falegnamerie artigiane, che acquistano barre di legname che poi lavorano creandosi autonomamente il profilo che verrà poi assemblato per costruire il prodotto finestra finito.
Anche per queste aziende la produzione del vetro è affidata quasi totalmente, salvo rarissime eccezioni a vetrerie esterne.
Infine esistono, purtroppo per te, nella categoria delle piccole falegnamerie, piccole botteghe che costruiscono finestre in legno, come le costruiva il loro nonno e dalle quali ti devi guardare bene, al fine di non correre il rischio di buttare letteralmente i soldi.
Questo non perché non siano capaci di costruire finestre, ma semplicemente perché da quasi 10 anni le finestre devono obbligatoriamente essere testate e marcate CE, cioè devono avere prestazioni misurate e dichiarate.
E ti assicuro, perché li ho visti con i miei occhi, che ci sono ancora parecchie piccole aziende che producono infissi senza queste certificazioni, ed anche a livello nazionale sono emersi casi di aziende che, dal 2010, hanno continuato ad immettere sul mercato infissi non marcati CE, palesemente fuorilegge.
Eccoti una prova:
La marcatura CE è uno dei primi documenti ufficiali che possono farti capire se la finestra che ti stanno proponendo è di buon livello oppure è scarsa.
Nuovi infissi infatti, in ambito di marcatura CE, devono resistere a specifiche classificazioni di tenuta all’aria, all’acqua, ai colpi di vento, agli urti, e alla trasmissione del calore.
In merito alla tenuta all’aria le classi vanno dalla 1 che è la classe minima, alla 4 che è invece quella massima, che per darti un’idea vuol dire resistere ad una pressione dell’aria che arriva fino a 115 km/h.
Mentre in merito alla tenuta ai colpi di vento di parla di classe minima C1 e di classe massima a C5.
Un infisso in classe 4A resiste a colpi di vento fino a 224 chilometri all’ora senza che la finestra rischi di caderti in testa.
Le classi di tenuta all’acqua vanno dalla 1A alla 9A, ma, solo in merito a questa categoria, potresti trovare delle eccezioni migliorative e relativa ad infissi che tengono l’acqua oltre la classe 9A.
In questi casi la dicitura si trasforma in un numero preceduto dalla lettera E, ad esempio E1050, dove il 1050 indica la pressione espressa in pascal di tenuta dell’infisso prima che cominci ad infiltrarsi acqua.
Anche qui, più la tenuta è alta, più in condizioni estreme di pioggia, magari con una importante spinta di vento, non ci saranno infiltrazioni di acqua tra il telaio fisso, quello attaccato al muro, e l’anta mobile, quella apribile con il vetro.
Una finestra in classe 9A resiste all’acqua spinta da un vento che soffia a 109 chilometri orari contro l’infisso.
Di conseguenza una classe bassa potrebbe essere soggetta a infiltrazioni anche in condizioni di pioggia più moderate.
Se fai caso a quanto ti ho scritto sopra, la valutazione riguarda le infiltrazioni tra telaio fisso e anta mobile, ma non esclude che ci siano comunque infiltrazioni di acqua tra il telaio fisso e muratura, condizione questa, che dipende dalla corretta messa in opera che ha un peso molto importante nel processo di fornitura.
Nella foto qua sotto ecco un esempio di infiltrazione di acqua dovuto alla posa in opera e non alla tenuta dell’infisso:
Tralasciando questo ultimo aspetto che, anche se molto importante, non c’entra con questo articolo, i dati prestazionali di cui ti ho parlato, esaminati in fase di scelta dell’infisso, possono aiutarti a capire le prestazioni del prodotto.
Tieni presente che quelle che ti mostreranno in una prima fase riguardano la finestra campione testata in laboratorio e costruita con il sistema che ti stanno proponendo e che non è detto però sia fedele a quanto ti venderanno.
Ti faccio un esempio, prendi ad esempio una porta finestra con il telaio perimetrale, quello che rimane fissato al muro per intenderci, uguale sui 4 lati, che ha una tenuta all’acqua 9A.
Di norma questa soluzione non piace al cliente che è abituato alle sue vecchie finestre in legno, che avevano il telaio su 3 lati e le ante mobili che andavano a sbattere sulla soglia in marmo che aveva un gradino alto solo 1 centimetro.
Per questo ogni serramentista sostituisce il telaio uguale su 4 lati, con un telaio che nella parte inferiore ha una soglia bassa alta solo 2 centimetri per evitare di avere un gradino su cui inciampare, e che purtroppo fa scendere la classe di tenuta all’acqua alla classe 2A.
Per paura di perdere la vendita purtroppo, la maggior parte dei serramentisti, non ti dirà mai che la finestra avrà una tenuta all’acqua inferiore, e se per caso la tua casa si trova al terzo piano o più su e magari è anche particolarmente esposta al vento, il rischio di avere acqua in casa in condizioni particolarmente estreme, che al giorno d’oggi non sono così rare, è molto elevato.
Esiste anche una norma, la 11673-1 nella quale si evidenzia che una portafinestra installata al terzo piano non deve avere una tenuta all’acqua inferiore alla classe 7A, il che vuol dire che l’infisso deve resistere all’acqua spinta dal vento con una forza che arriva fino a 80 km orari.
Tutte le finestre prodotte e vendute dal 2010 ad oggi devono obbligatoriamente essere marcate CE e se non lo sono non possono essere immesse sul mercato.
E se sono state vendute ed installate e ci si accorge che sono senza marcatura CE devono essere immediatamente ritirate del mercato.
La marcatura CE è una certificazione di prodotto che ne evidenzia le prestazioni, e che sostanzialmente garantisce che il prodotto non è pericoloso per l’utilizzatore finale, queste prestazioni possono arrivare al massimo possibile, o attestarsi a metà oppure al minimo, possono anche essere altalenanti e cioè avere prestazioni alte in alcune categorie, basse in altre, medie in altre ancora.
Appunto per questo il solo fatto che una finestra abbia la marcatura CE non la rende la migliore in assoluto rispetto alle concorrenti.
Inoltre la marcatura CE viene fatta su una “finestra campione”, testata in laboratorio, con il fine di misurarne i valori in funzione di varie categorie.
Chiaramente ogni finestra prodotta non viene testata singolarmente e i dati di marcatura CE riguardano la finestra campione di cui sopra, testata in un laboratorio autorizzato a fare queste prove.
Una volta testato il modello di finestra, il produttore dovrà assicurare che gli standard produttivi impiegati per costruirla siano rispettati anche per le successive produzioni.
Per fare questo deve dotarsi di un sistema di controllo della produzione che tenga traccia del processo produttivo e dica che l’infisso è stato prodotto secondo gli standard testati.
E qui casca l’asino, perché purtroppo molti piccoli produttori, che sono spesso iper indaffarati, difficilmente mettono in atto un controllo di produzione puntuale e per questo danno per scontato il fatto che tutto sia stato fatto correttamente e compilano i relativi documenti di controllo in ufficio senza eseguire i controlli previsti.
Il controllo di produzione per intenderci, è una procedura di verifica e misurazione di un campione delle finestre prodotte per ogni singola commessa.
Si prende un infisso a caso uscito dalla produzione e si verificano che sezioni, misure, tolleranze, dimensioni siano conformi alle indicazioni ottenute durante il processo di marcatura dell’infisso in laboratorio.
Le grandi aziende hanno responsabili fissi alla fine del ciclo produttivo che fanno un check della fornitura, le piccole aziende no e per questo si arrangiano come possono, spesso affidandosi al fatto che, producendo infissi da 40 o 50 anni, sono di diritto immuni da ogni errore.
Addirittura esistono ancora oggi alcuni piccoli produttori, che assemblano infissi e che, ancora privi dei vetri, li trasportano e li installano dal loro cliente, posizionando i vetri solo a lavoro ultimato.
Secondo te come è possibile che su quelle finestre vendute sia stato fatto un corretto controllo di produzione, se sono uscite dalla fabbrica prive di vetro?
Si, esatto nessun controllo di produzione, e addirittura dubito fortemente che il produttore possa dichiarare la marcatura del suo infisso dal momento che non è uscito completo dall’officina.
E’ possibile che una finestra nuova in classe 1, trattenga meno l’aria rispetto ad una in classe 4, ma difficilmente potrà capitare che spifferi costantemente anche in condizioni normali.
La marcatura CE che ti ho spiegato, vuole essere un aiuto per darti un mezzo utile a distinguere una finestra buona da una scarsa.
In questo modo sarai in grado di valutare le differenze prestazionali tra chi vuole venderti una finestra che ha tenuta all’aria in classe 1, tenuta al vento in classe C1 e tenuta all’acqua in classe 1A; e chi invece vuole venderti una finestra che invece ha tenuta all’aria in classe 4, tenuta al vento in classe C4 e tenuta all’acqua in classe 9A.
Prima di questo articolo le due finestre sarebbero state per te identiche, mentre ora, marcatura CE alla mano, sapresti valutare che chiaramente la prima finestra ha prestazioni imbarazzanti, mentre la seconda ha prestazioni ottimali.
Naturalmente le prestazioni potrebbero seguire un’onda e non essere tutte allineate ad un valore, ad esempio potresti avere una finestra che tiene all’aria in classe 3, al vento in classe C4 e all’acqua in classe 1A.
In questo caso hai però la possibilità di capire se questa finestra potrebbe fare al caso tuo.
Ad esempio un infisso in classe 1A, con soglia bassa a pavimento, a forte rischio di infiltrazioni di acqua, potrebbe comunque non dare problemi se installato in una casa che ad esempio ha un porticato che la protegge dalla pioggia.
Ma al di la del fatto che, consultando la marcatura CE tu ti possa rendere conto del livello di qualità di un infisso, esiste un aspetto che è determinante nel sancire la bontà o la scarsità di un’infisso, è cioè chi fisicamente assembla le tue finestre.
Ormai la finestra non può più essere considerata un prodotto artigianale, a meno che non si tratti di un rifacimento a campione ad esempio di un infisso in una dimora storica protetta dalle Belle Arti e per la quale è concessa una deroga alla marcatura CE.
La finestra moderna invece deve ormai seguire un processo industriale automatizzato.
L’artigianalità in una finestra, specialmente riguardo agli infissi in legno, rimane ormai relegata alla fase finale di finitura, dove l’apporto artistico del mastro artigiano è in grado di rendere la finitura dell’infisso unica e personale.
Per farti un paragone è come se tu paragonassi una BMW nuova, acquistata dal concessionario a te più vicino, con una stessa BMW acquistata in distinti pezzi da vari meccanici, che poi ti viene assemblata dal cugino abile nel mettere mano ai motori.
Che garanzie avresti in merito al fatto che le due auto non diano nessun tipo di problema?
La BMW assemblata dal cugino bravo avrebbe secondo te la stessa affidabilità di quella acquistata nuova?
Ti fideresti di più a lanciarti in pista a 220 km orari con la BMW assemblata dal cugino o con quella uscita direttamente dalla fabbrica?
Fatti questa domanda anche in merito a chi assemblerà e produrrà i tuoi nuovi infissi, perché le finestre moderne sono molto più pesanti di un tempo e, se non sicure, possono creare danni anche gravi.
Ti porto l’esempio di quello che facciamo noi di Sana Finestra.
Proprio perché mi sono accorto di una grave mancanza nel settore ho deciso di fondare Sana Finestra e, in particolare, di sviluppare il Metodo Sana Finestra, un sistema UNICO, ESCLUSIVO e finalizzato a creare BENESSERE ABITATIVO nella tua casa, specie se abitata, attraverso l’installazione di nuove finestre.
Il nome Sana Finestra sta ad indicare una particolare attenzione al fare in modo che la casa sia sempre SANA e CONFORTEVOLE senza correre il rischio di insorgenza di problemi di varia natura come muffa, condensa e infiltrazioni che tipicamente capitano quando si sostituiscono le finestre.
Prevenire queste problematiche è il nostro obiettivo principale che siamo in grado di far ottenere grazie ad una serie di procedure di studio e di progettazioni particolari e personalizzate che generalmente nessuno, tra i miei concorrenti, si preoccupa di studiare o di mettere in atto.
Il Metodo Sana Finestra, prima di farti un’offerta, necessita di una serie di VALUTAZIONI SPECIFICHE, di assumere una serie di dati e di fare una analisi approfondita della condizione esistente della tua casa che ci possa consentire di configurare l’intervento di fornitura e che, in funzione di uno schema ben definito, sarà in grado di proporti un prodotto idoneo al bisogno che devi soddisfare.
Nessun preventivo standard ma un vero e proprio REPORT DI CONSULENZA per metterti al riparo da ogni possibile problema.
E ciò che è ancora più interessante è che il Metodo Sana Finestra potrà esserti utile anche senza che sia necessario per te acquistare da noi.
Tutto quello che troverai scritto, potrà servirti come traccia, come un vero e proprio manuale delle istruzioni semplice preciso e completo che ti aiuterà a valutare tutte le offerte che riceverai e tutti i potenziali fornitori che incontrerai per scegliere quello che più ti si addice e per controllarne l’operato!
Ciao e a presto!
Gianluca Ortelli
Il 14 aprile 2023 è uscito il mio libro "SANA FINESTRA" dove racconto la mia storia e quella della nascita del "Metodo Sana Finestra”. Nel libro scoprirai quali sono i passi fondamentali per ottenere le migliori finestre per te e per la tua casa aumentando in modo significativo il tuo benessere abitativo.